Esci dal negozio con una borsa di carta. Magari l’hai scelta proprio perché sembra “più ecologica” rispetto alla plastica. Ha una consistenza naturale, spesso riporta uno slogan verde o una foglia nel logo. E non c’è da sorprendersi: la carta richiama il bosco, e il bosco suggerisce natura.
E questa percezione non è affatto irragionevole. Il problema è che il mondo dei materiali raramente è così semplice. Molti prodotti che istintivamente consideriamo ecologici risultano esserlo solo in determinate condizioni. Per questo vale la pena mettere da parte etichette semplicistiche come “carta = buona” o “plastica = cattiva”, oppure “legno = naturale = ecologico”. Non per giudicare, ma per capire meglio che cosa determina davvero l’impatto ambientale di un prodotto.
In questo testo analizzeremo due miti molto diffusi sul legno e sulla carta e, in seguito, presenteremo un materiale che funziona in modo diverso rispetto alla maggior parte delle alternative considerate “eco”.
Indice dei contenuti
1. Introduzione
2. Mito n. 1: Il legno e la carta sono automaticamente ecologici
3. Mito n. 2: “Basta sostituire la plastica con la carta e il problema scompare”
4. Un materiale che non richiede l’abbattimento degli alberi
5. Conclusione
6. FAQ
Mito n. 1: Il legno e la carta sono automaticamente ecologici
È uno dei ragionamenti più diffusi: se qualcosa è di legno o di carta, allora deve essere “più eco”. Dopotutto sono materiali naturali, rinnovabili, associati al bosco e alla biodegradazione. Ma guardando più da vicino, il quadro diventa meno ovvio.
Cosa determina davvero l’impatto di legno e carta?
Il materiale è solo l’inizio della storia. A stabilire se un prodotto in legno o carta sia ecologico è l’intero ciclo di vita:
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provenienza della materia prima
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gestione forestale adottata
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energia e acqua necessarie alla produzione
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durata effettiva d’uso del prodotto
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cosa accade alla fine (riciclo, compostaggio, discarica, incenerimento)
Il legno ha molti punti di forza: durante la crescita l’albero immagazzina CO₂, e tale carbonio resta “intrappolato” finché il prodotto è in uso. Se il legno proviene da foreste ben gestite e dura a lungo, può essere un materiale eccellente.
Ma quando la gestione forestale è insostenibile o il prodotto è usa-e-getta, il vantaggio svanisce. In quel caso emergono i costi: perdita di habitat, erosione del suolo, riduzione della biodiversità, consumo eccessivo di acqua.
Carta contro plastica: la verità scomoda
Ecco il punto sorprendente: la carta non ha sempre un’impronta ecologica inferiore alla plastica.
Diversi studi sul ciclo di vita delle borse in carta e in plastica mostrano che quelle in carta possono risultare peggiori in vari aspetti. Perché?
Perché le borse di carta possono avere un impatto maggiore?
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Energia e acqua necessarie alla produzione
La produzione della carta richiede molta energia e grandi quantità di acqua. Serve polverizzare la fibra, trattarla chimicamente, sbiancarla e asciugarla. Tutto ciò richiede risorse. -
Massa e volume
Una borsa di carta è più pesante e più voluminosa di una borsa di plastica sottile.
Risultato?-
più carburante nei trasporti,
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meno pezzi per camion,
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maggiore impatto logistico.
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Durabilità e numero di utilizzi
La carta si strappa facilmente, teme l’umidità e non sopporta carichi elevati.
Se la borsa viene usata una sola volta, il suo costo ambientale si concentra su un singolo utilizzo.
Le borse di plastica, pur con i loro problemi, vengono spesso riutilizzate molte volte grazie alla loro resistenza.
Questa analisi non intende “riabilitare” la plastica — il suo impatto, specie come rifiuto e fonte di microplastiche, è enorme. L’obiettivo è mostrare che cambiare il materiale senza cambiare l’abitudine non risolve il problema. A volte lo sposta altrove.
Mito n. 2: “Basta sostituire la plastica con la carta e il problema scompare”
Poiché la carta appare più “naturale”, è facile arrivare alla conclusione: sostituiamo la plastica con la carta ed è tutto risolto. Questo pensiero guida molte scelte di consumatori e aziende: cannucce di carta, sacchetti di carta, confezioni di carta “al posto della plastica”. Ma l’ambiente non funziona come una tabella con due colonne.
Il problema non scompare. Cambia forma e posizione.
La sostituzione “uno a uno” raramente funziona
La plastica è stata impiegata in molti contesti non per danneggiare il pianeta, ma perché presenta proprietà specifiche:
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leggerezza,
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resistenza all’umidità,
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durabilità,
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basso costo logistico.
La carta, inserita nello stesso ruolo senza cambiare il sistema, deve essere:
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più spessa,
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multistrato,
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spesso rivestita (barriere contro acqua o grasso).
E allora:
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aumenta il consumo di risorse,
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diminuisce la riciclabilità (rivestimenti e adesivi ostacolano il recupero delle fibre).
Di conseguenza, la versione in carta dello stesso prodotto non è sempre più ecologica. A volte è semplicemente diversa.
Un materiale che non richiede l’abbattimento degli alberi: il sughero naturale
Nel mondo dei materiali considerati “eco”, ci si muove spesso tra compromessi. Qualcosa è rinnovabile ma richiede l’abbattimento degli alberi. Qualcosa è durevole ma molto energivoro da produrre. Qualcosa appare naturale ma lascia comunque un’impronta significativa. Il sughero naturale è diverso: proviene dagli alberi, ma senza abbatterli.
Come avviene la raccolta della corteccia e perché l’albero ne trae beneficio?
Il sughero naturale si ricava dalla corteccia della quercia da sughero. La raccolta avviene manualmente e con estrema precisione: si rimuove soltanto lo strato esterno senza intaccare il tronco vivo. L’albero continua a crescere e la corteccia ricresce col tempo. A differenza del legno o della carta, qui non c’è abbattimento, né sottrazione dell’albero al paesaggio.
Inoltre, il processo di rigenerazione della corteccia stimola l’attività biologica dell’albero. La quercia da sughero rinnova il suo strato protettivo aumentando la vitalità complessiva. Dal punto di vista ecologico, non è sfruttamento distruttivo, ma una collaborazione con il ciclo di vita dell’albero.
Ciclo di rigenerazione e longevità delle querce da sughero
La corteccia segue il ritmo della natura, non dell’industria. La raccolta può essere ripetuta ogni 9–12 anni, e un singolo albero può produrre sughero per 150–200 anni. Significa che la stessa quercia fornisce sughero per generazioni senza abbattimenti continui.
Questo conferisce straordinaria stabilità all’ecosistema. Le foreste di querce da sughero non funzionano come le piantagioni “semina-taglia-ripeti”, ma come sistemi longevi che persistono per decenni. E più a lungo esiste la foresta, più benefici ecologici garantisce: cattura del carbonio, protezione del suolo, regolazione idrica e habitat per numerose specie.
Conclusione
Se c’è un’idea da ricordare, è questa: un materiale non è ecologico o non ecologico di per sé. Diventa ecologico solo per il modo in cui viene ottenuto, usato e gestito alla fine del ciclo.
Il legno e la carta hanno punti di forza — sono rinnovabili, immagazzinano carbonio e possono inserirsi bene in un’economia circolare. Ma non accade automaticamente. Il loro impatto dipende dai dettagli: provenienza, gestione forestale, durata d’uso.
In questo contesto, il sughero naturale dimostra che esistono materiali che propongono un approccio diverso all’ecologia: non richiede abbattimenti, si rigenera ciclicamente, è durevole e funziona secondo una logica di continuità, non di “usa e getta”.
FAQ
1. Quante volte bisogna usare una borsa di carta perché abbia senso?
In pratica: più di una volta. Più a lungo la utilizzi, più distribuisci il costo ambientale della sua produzione. Se la borsa viene usata una sola volta, spesso rappresenta solo un “gesto eco”, non un reale beneficio per il pianeta.
2. La raccolta del sughero danneggia l’albero?
No. La corteccia viene rimossa senza intaccare lo strato vivo del tronco. L’albero continua a crescere e la corteccia ricresce. È per questo che il sughero naturale è un materiale rinnovabile “senza abbattimento”.
3. Il sughero naturale può essere riciclato?
Sì. Di solito mediante triturazione in granuli e successiva pressatura o impiego in prodotti compositi. Il riciclo del sughero naturale è semplice, efficiente e sostenibile.

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